Y A-T-IL UN PILOTE DANS LA SALLE ? Jean Pierre MARTINEZ - ACTE 1.
Difficulty: Medium    Uploaded: 3 months, 3 weeks ago by Macael     Last Activity: 10 hours ago
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ATTO PRIMO Lei e lui sono seduti l'uno accanto all'altro in un aereo nella business classe.
Non si cercherà necessariamente il realismo nello scenario, ma si assume pienamente la convenzione teatrale.
Il sipario che separa la sala dal palcoscenico rappresenta la tenda che separa la business classe dalla classe economica.
Lei, tipo businesswoman, sonnecchia, con cuffie nelle orecchie. Lui, tipo grezzo, è completamente sveglio e sorseggia un bicchiere di champagne.
Lui — Lei sa a che altitudine siamo,ora ?
Lei si toglie le cuffie, un po' sorpresa.
Lei — Uh... No... E non sono sicura di volere saperlo.
Lui — Il pilota l'ha appena detto !
Lei (sorpresa) — Mi scusi, non ho ascoltato... Cercavo di dormire un po'... Lui — Qual è la sua opinione ?
Lei — Io direi...ottomila.
Lui — Diecimila ! Si rende conto ? Dieci chilometri !
Lei — Sì, avevo capito... Diecimila metri...
Lui — La distanza tra il centro di Parigi e Gennevilliers, ma in verticale !
Lei — Lei vive in Gennevilliers... Lui — Come lo sa ?
Lei — Un'intuizione... Lui — Lei riderà, ma è la prima volta che prendo l'aereo.
Lei — Um,um... Lui — Ho vinto un concorso...Un viaggio per due persone a Tokyo !
Lei — Per un primo volo, ha colpito il jackpot. È giusto agli antipodi.
Spero che non abbia paura in aereo, come io... Lui — Beh, non ho fatto niente di straordinario. Era un sorteggio... Lei — Ah, sì... Lui — In prima classe, si rende conto ?
Perciò, non so cos'è la seconda classe... Lei — Eh, sí... Lui fa un gesto del mento verso la sala.
Lui — Lei sa com'è lì ?
Lei — In Giappone ?
Lui — In seconda classe !
Lei — Ah! Uh... Lui — Immagino che non hanno diritto a champagne.
Lei — Sicuro, no... E non hanno nemenno l'acqua... Lui — Dannazione ! E dato che ci prendono tutto ciò che è liquido prima di salire, se per caso fossono esplosivi... Si rende conto ? Dodici ore seduti senza bere !
Lei — Seduti ? Sta scherzando ! Non hanno abbastanza posti , non possono sedersi tutti allo stesso tempo, qua... No, quasi tutti viaggiano in piedi, come nella metro... Afferati alla barra per i piu fortunati. E si siedono a turno... Lui — No ?
Lei — Ecco perché le hostess li lasciano al buio dietro la tenda... Per risparmiarci questo spettacolo penoso... Ma sapiamo che sono lí lo stesso ... Un attimo fa, credo di aver sentito il pianto di un bambino... Senza dubbio aveva sete... Lui — Ma è orribile !
Lo guarda un attimo, stupita dalla sua credulità
Lei — No, sto scherzando... Lui — Ah, d'accordo... Lei — Sa, la classe economica non è molto diversa dalla business class.
I sedili sono forse un po' piú stretti, ma appena.
E lo champagne è extra, e basta.
Lui — Ma allora perché Lei viaggia in prima classe ?
Lei — Perché ?
Lui — Non ha nemmeno preso lo champagne !
Lei — Ha ragione, è stupido.
Diciamo che di solito, in prima classe,come dice Lei, siamo un po' tranquilli... Lui — Vuole dire che di solito non si incontrano persone come me... Lei — Mi scusi, non volevo dire questo... È la mia assistente che si occupa dei miei biglietti aerei.
Immagino che non abbia mai pensato di prendermi un posto in seconda classe, per cambiare un po'... Lui - No, no, sono io... Non so perché... Immaginavo fosse come sul Titanic... Lei - Il Titanic?
Lui - Ha visto il film?
Lei - Sì, come gli altri... Diciamo che evito di pensarci troppo quando prendo l'aereo per andare a Tokyo.
Lui –Quindi anche lei va a Tokyo?
Lei - È un volo senza scalo, credo che tutti ci vadano, no?
A meno che una parte dell'aereo non vada direttamente a Bangkok o a Singapore... la classe turismo, forse... Lui - è vero, sono stupido... Non siamo nel TGV, dove a volte c'è una parte del treno che... Attenzione, io dico questo, non so niente, non ho mai preso il TGV neanche... Lei - Non è un grande viaggiatore, se ho capito bene... però ha già preso un treno normale? O, non lo so, la RER?
Lui –Ah, sì, certo! La RER, la prendo ogni mattina.
A Gennevilliers, precisamente. Per andare al lavoro.
Lei - E... dove voleva arrivare parlando del Titanic? Eccetto finire di rassicurarmi, ovviamente.
Lui - Si ricorda, sul Titanic, lui viaggiava in terza classe! E lei in prima!
E chiaramente, all'epoca, c'era una grande differenza di prestigio!
Da quello che si vede nel film in ogni caso.
Lei - Suppongo sia per questo che hanno eliminato la terza classe in aereo. E la seconda classe dalla metropolitana!
Lui - La democratizzazione dei trasporti... Lei - Si potrebbe quasi dire la fine della lotta di classe.
Lui — È buffo, penso io adesso, anche lui aveva vinto il biglietto al gioco... Lei — Lui ?
Lui — Di Caprio ! Vince il suo biglietto per America giocando a carte !
Ed è così che sulla nave, incontra Kate Winslet, proprio nel momento in cui stava per suicidarsi!
Lei- Il proletario arrivista e la miliardaria depressiva.
Altro modo di porre fine alla lotta di classe... Lui — L'inizio di una grande storia d'amore Lei — Grande....ma che finisce comunque male.
Lui – Davvero? Finisce male la loro storia d'amore?
Lei - Anche se non ricordiamo tutti i dettagli del film... Una storia d'amore che inizia sul Titanic può difficilmente finire bene, no...?
Lui – Sono già due ore che siamo partiti.
Presto sorvoleremo la Siberia, vero?
Lei – Mmm… Lui – Dieci chilometri in verticale... Ha ascoltato bene le istruzioni di sicurezza, prima?
Non sono sicuro di aver capito tutto... Lei – Comunque, in caso di caduta in picchiata sulla Siberia, beh ... Non so se mettere una boa intorno alla vita ci consentirebbe venirne fuori... Lui – È sicura di non volere dello champagne?
Chissà, potrebbe essere l'ultima volta che ne beviamo... Lei - No, grazie.
Lui — Non è troppo tardi, sa ?
Credo che se premiamo questo pulsante, viene la hostess... Lei — Ho preso un piccolo sedativo prima di salire a bordo.
Preferisco non mescolare... Lui - È la prima volta che potrei far apparire una bella donna davanti a me,
disposta ad accedere gratuitamente a tutti i miei desideri, solo premendo un pulsante. Confesso che sono abbastanza tentato. Forse sono già in paradiso. .. Lei - I tempi stanno cambiando, sa... Adesso che ci sono anche donne come passeggeri in business class.
E a volte è uno steward che viene quando si preme il pulsante... Lui - Purché ci porti dello champagne.
Lei - Mi dispiace, ma non posso bere con lei.
Devo avere le idee chiare quando arrivo a Tokyo. E con lo Xanax oltre alla differenza di orario, è già improbabile... Lui - Ah, sì, la differenza di orario! Anche questo è nuovo per me... Il più lontano che ero andato fino a qui, fu La Bourboule, in viaggio di nozze, quindi... Non me lo ricordo.
A Tokyo sono dieci ore avanti o dieci indietro?
Lei — Avanti.
Lui - Quindi è come se perdessimo dieci ore della nostra vita! È pazzesco, se ci pensiamo!
Lei - Ehm, sì... Lui - Ma allora, dove le trascorriamo queste dieci ore? Nella quarta dimensione!
Lei – La quarta dimensione... ?
Lui - Quella vecchia serie americana, sa? In bianco e nero… Canticchia la musica di La Quarta Dimensione.
Lui – Tin lin lin lin, tin lin lin lin, tin lin lin lin… Lei sta iniziando a preoccuparsi un po'.
Lei - Sì, sì, lo vedo... Lui - Beh, c'è un episodio che si svolge in un aereo... Lei - Dopo il Titanic, la Quarta Dimensione. Ha davvero deciso di farmi impazzire... Lui - Mi scusi... non le dirò cosa è successo in questo episodio, glielo prometto... Ma posso dirle che è stato molto inquietante, in effetti... Lei - Ma mi dica, mi ha detto che ha vinto un viaggio a Tokyo per due persone?
Lui – Sì.
Lei - Cos'ha fatto di sua moglie? Viaggia in piedi in seconda classe? O è già scomparsa nella Quarta Dimensione?
Lui - Mia moglie è morta.
Lei – Sono davvero dissalata... Voglio dire, dispiaciuta... Lui– In realtà è stata mia moglie a iscriversi a questo concorso... È morta subito dopo la proclamazione dei risultati... Lei - L'emozione, probabilmente...?
Lui — Non si sa esattamente.
Lei - Non è obbligato a dirmi... Lui - Era magazziniera in un negozio di surgelati... Quando l'hanno chiamata al cellulare per dirle che aveva vinto, stava sistemando dei pallet di bistecche tritate nella cella frigorifera.
Era un venerdì sera. I suoi colleghi non se ne sono accorti. Deve essersi sentita male... Lei – È terribile... Lui - Io ero andato da mia madre a Clermont-Ferrand.
Ci vado due volte al mese. Nemmeno io mi sono preoccupato. Quando l'hanno trovata il lunedì mattina, era dura come una roccia.
Sempre con il suo cellulare in mano... Ho anche pensato di tenerla così finché si potrebbe rianimarla un giorno.
Lei — Quando la medicina avrebbe fatto progressi... Lui — Ma...mia moglie era abbastanza grassa.
Il nostro congelatore non era abbastanza grande.
E poi avrei comunque dovuto fare alcune pratiche burocratiche per poterla tenere così a casa nostra.
Conosco un po' il mestiere, però.
Non mi piace molto portare il lavoro a casa... Lei - Lavora negli elettrodomestici?
Lui — E poi ho pensato che non era farle un favore. Lei ha visto Hibernatus ?
Lei — Ah sì, quel film...con Louis de Funès ?
Lui — Lei immagina che il nostro aereo si schianti nel nord della Siberia, che rimaniamo intrappolati nel ghiaccio e che ci scongelino tra due o trecenti anni ?
Lei — No affato, no... Credo che sto per prendere altro Xanax... Totalmente spaventata, ingoia una compressa.
Lui — E così sono in prima classe.
Lei — Così ?
Lui — Ben, allora me ne andavo da solo, no.
Potete immaginare che, in un tempo così breve, trovare qualcuno per rimpiazzare mia moglie... Allora, invece di due biglietti di seconda, mi hanno offerto uno di prima classe.
Lei — Non sta scherzando, vero ? Come me, fa poco con la seconda classe ?
Lui - Non scherzerei su questo, mi creda,... era comunque mia moglie... Lei - Mi scusi, ma visto che non sembri molto... Lui - Molto afflitto...? Ascolti, le faccio confidenza: tra mia moglie ed io, la relazione era già un po' 'fredda', da qualche anno... Non si può dire che fosse una persona molto... affettuosa.
Strano che lo dica visto che è finita congelata tra due pile di bistecche surgelate, no? Crede che la morte di ognuno abbia un significato ? Voglio dire....in relazione al suo modo di vivere ?
Lei — Non so... Lui — In breve, mi fa pena per lei che sia morta, sicuro, ma... non posso dire che sia devastato, lo confesso.
Allora perché fingere, eh ?
Lei — La vita continua.
Lui — E poi questo primo volo, mi distrae un po'.
E vero che all' inizio, dovevo andare con lei a Tokyo... Lei — Sopratutto perché l'aveva vinto lei, questo viaggio.
Lui — Sì.
Lei - E... cos'era quel concorso?
Lui – Oh, una casella da spuntare in una rivista.
Bastava spedire il buono di partecipazione al sorteggio.
Poi doveva accadere a lei... Lei - Una rivista, dice?
Lui – Un giornale scandalistico, sì.
Lei — Quale rivista ?
Le mostra la copertina della rivista messa ai suoi piedi.
Lui — È proprio quella che sta leggendo !
Lei: Ah... Lui: Non dirmi che anche lei ha vinto un viaggio a Tokyo, e che suo marito ha avuto un infarto quando l'ha scoperto!
Lei – Ehm... No... Lui – No, perché in questo caso si potrebbe davvero parlare di un segno del destino.
La prova che eravamo fatti per incontrarci... Lei – Di fatto, è... Sono stato io ad organizzarlo questo concorso. Cioè, il mio giornale... Lui– Il suo giornale...?
Lei – Sensationnelle... Sono io la caporedattrice... Lui– Diavolo! Incredibile ! Sensationnelle, è Lei ? Ma è...sensazionale.
Lei — Mi spiace molto per sua moglie... Ora, mi sento un po' responsabile... Lui — È vero che senza quel concorso, forse mia moglie sarebbe seduta accanto a me. ( Intraprendente) Invece di Lei... Lei (sulla difensiva) — Sí, ma senza quel concorso, non sarebbe salito su quest'aereo per Tokyo... Lui — Ha ragione... E, anche se mia moglie non fosse rimasta congelata dopo aver scoperto che aveva vinto, saremmo seduti dietro questa tenda, tutti e due.
In seconda classe ! Invece, sono seduto qui, accanto a Lei, in prima classe !
Lei — Allora diciamo che è il destino... Lui — Però, è una bella coincidenza, no ?
Lei – Bella, non so se è la parola giusta, ma... Lui – E che cosa intende fare in Giappone, allora? Visto che non è in vacanza!
Lei - Sensationnelle sta per creare un'edizione giapponese della rivista. Vado a Tokyo per il lancio del primo numero.
È molto importante per noi. Abbiamo puntato molto su questo progetto. Per ciò sono cosí nervosa... Lui (prende la rivista) — Sensationnelle... Così si occupa del gossip mondiale e della bellezza delle donne.
Lei — Sí, è più o meno la linea editoriale della nostra rivista, infatti.
Lui - Noti, facciamo un po' lo stesso lavoro, entrambi... Lei - Ah, sì? Si occupa anche della bellezza delle donne e dei pettegolezzi del mondo? Che cosa fa? Fa il parrucchiere?
Lui - Tra le altre cose, sì... Le donne, le faccio le unghie, le trucco, le acconcio... Ma solo quando sono morte. Lei - Scusi?
Lui – Sono tanatoprattore.
Lei – Pensi un po'... Lui – Questo è per quanto riguarda la bellezza femminile.
Mah, spesso, si tratta soprattutto di ridare loro una figura umana...
E per quanto riguarda i pettegolezzi del mondo, beh mi creda, in caso di morte di una celebrità, sono spesso a conoscenza prima della stampa... Lei – Interessante… Lui – Necessariamente, quando qualcuno muore, famoso o meno, dopo la polizia, siamo noi i primi ad arrivare sul posto... Sappiamo quando, dove, come, con chi.... Lei – Ah sì... Non avevo mai pensato di contattare i becchini come informatori per una rivista 'people' femminile, ma ammetto che è allettante... Mi lascerà la sua carta... Lui - Ma attenzione, dobbiamo mantenere il segreto professionale!
Come i medici, i preti o le prostitute.
Lei - Certo... Ma sa che come giornalisti, abbiamo il diritto di non rivelare le nostre fonti.
Lui –Ora è incredibile che siamo seduti uno accanto all'altra su quell'aereo, vero? Crede nel destino?
Lei – Il destino… È il nome che le persone superstiziose danno al caso, giusto?
Lui - È bello quello che dice... sembra un proverbio giapponese... Lei - Sì... Capita che sotto Xanax, ne inventerò alcuni... Lui - Ho voglia di telefonare a mia madre per dirle accanto a chi sono seduto in questo momento.
È una lettrice molto fedele di Sensationnelle, sa.... non le dà fastidio di dirle qualche parola? Altrimenti, non mi crederà mai... Lei alza gli occhi al cielo ma non risponde. Tira fuori il suo cellulare e si appresta a comporre un numero, ma si ferma, sconcertato.
Lui - Ecco, è strano... non ho segnale... Ah sì, è vero, sono stupido... Negli aerei non si può telefonare ovviamente... Anche in prima classe... Lei sembra sorpresa.
Lei - Ora c'è il wifi negli aerei, sa... soprattutto sui voli a lungo raggio... Lui cerca di connettersi di nuovo.
Lui — Ma no, le assicuro... Lei prende il suo cellulare e prova a connettersi.
Lei — Sí sí, ha ragione... Neanch'io ho rete... Ma ho appena chiamato la redazione, e funzionava... Si ascolta un jingle e dopo la voce soave di una hostess dagli altoparlanti.
Hostess - Signore e signori, buongiorno.
Il commandante e io vi auguriamo un piacevole viaggio in nostra compagnia.
Tuttavia, desideriamo informarvi che a causa di un guasto al nostro servizio di comunicazione mobile, le chiamate a terra saranno impossibili per tutta la durata del nostro volo.
Vi preghiamo di scusarci per il piccolo disagio. Tutto l'equipaggio rimane tuttavia a vostra completa disposizione per permettervi di sopravvivere a questa prova nelle migliori condizioni... Lei - Oh, no, non è vero... Lui - Non è così grave... Chiamerò mia madre quando arrivo... Lei - Sta scherzando! Dodici ore senza poter fare una chiamata o inviare un SMS... Lui - Sì!, ha ragione ... Per alcuni è peggio di dodici ore senza mangiare e bere... Quindi per la caporedattrice di un giornale scandalistico... Lei - Sì... È un incubo, in effetti. Una pausa.
Lui - Quindi, in breve... se scoprisse qualcosa di sensazionale, lì, subito, non potrebbe dirlo a nessuno?
Lei – Qualcosa di sensazionale... ?
Lui - Uno scoop, come si dice nel suo mestiere.
Lei - Allo stesso tempo, non vedo che tipo di scoop si potrebbe imparare in un aereo completamente isolato dal mondo.
Lui - Ah... Chissà... Lei - A meno che il pilota ci dica che abbiamo appena perso un reattore, e che stiamo per schiantarci in mezzo alla Siberia, ovviamente.
Lui (misterioso) - Hem, hem... Lei - Inoltre, ci dovrebbe essere almeno una o due celebrità a bordo per interessare i lettori di Sensationnelle.
Lui – Chi dice che non c'è?
Lei - Mi incuriosisce... Lui - E se io vi raccontassi qualcosa che ancora nessuno sa... Lei - Lei?
Lui - Gliel'ho detto... Ci sono alcune cose che un becchino è tra i primi a sapere... Lei - Lo dica comunque... Lui - Mi promette che non c'è modo di divulgare questo scoop finché quell'aereo non atterra a Tokyo?
Lei – Sfortunatamente... Anche se fosse lo scoop del secolo... Lui - Mi creda, è roba grossa... Qualcosa che i media sapranno solo tra una dozzina d'ore.
Lei — Adesso sono veramente curiosa... L'ascolto... Lui — Senta questa ... Mireille Mathieu è morta.
Lei — Mireille Mathieu ?
Lui — Mireille Mathieu.
Lei — È questo il suo scoop ?
Lui — Mireille Mathieu !
Lei — Ma non canta piú da almeno trenta anni.
Lui — In Francia, sí.
Lei — Beh sí, in Francia.
Lui — Ha comunque cantato in Place de la Concorde il giorno dell'elezione di Sarkozy.
Lei – La morte di Mireille Mathieu… Se facciamo la copertina di Sensationnelle su questo, è sicuro che i nostri lettori saranno molto sorpresi.
I piu giovani si chiederanno chi è morto, e i piu vecchi si diranno : «Ah, davvero? Pensavo fosse già morta.»
Lui - Ascolti, sa cosa rappresenta Mireille Mathieu in Giappone?
Lei - Che cosa?
Lui - È semplicemente la celebrità francese più conosciuta dai giapponesi.
Le dedicano un vero culto.
Mireille Mathieu, per i giapponesi è come, non so... Kim Jong-il per i nordcoreani.
Lei - Forse perché gli assomiglia un po'... È vero che con la frangia e gli occhiali da sole, gli somiglia un po'... Lui - Non si rende conto! Quando i giapponesi verranno a sapere della scomparsa di Mireille Mathieu, decreteranno tre giorni di lutto nazionale!
Lei riflette e sembra rendersi conto dell'importanza della notizia.
Lei - È vero che è molto popolare lì... Molto più che in Francia, in ogni caso.
Lui – Mireille Mathieu ! È l'unica cosa che la Francia è riuscita a esportare in Giappone!
Immagini lo scoop per il lancio della versione giapponese della sua rivista Sensationnelle!
Lei - Ha ragione... Sarebbe qualcosa di enorme... un colpo pubblicitario straordinario... E totalmente gratuito... Un vero scoop... Uno scoop giapponese, in ogni caso.
Lui - Uno scoop planetario, vuole dire.
Perché è anche molto popolare in Russia. Persino in Siberia!
Lei - E Lei è sicuro che sia morta?
Lui - L'ho preparata io stesso, prima di cremarla.
Mi creda, so benissimo che è davvero morta.
Lei - E perché si nasconderebbe la sua morte, allora?
Lui — Solo qualche ora. È molto comune, sa. Il tempo per la famiglia di iniziare il lutto in pace.
E di organizzare il funerale per evitare gli eccessi. Sapere se la seppelliscono al Pantheon o... Lei - O...?
Lui - Questo è il secondo scoop.
Lei - Mireille Mathieu sarebbe sepolta al Pantheon, accanto a Jean Moulin?
Lui – Per l'appunto, no. Per ringraziare il pubblico giapponese per la sua fedeltà durante tutti questi anni, in cui il pubblico francese l'aveva già sepolta, ha espressamente chiesto nel suo testamento che le sue ceneri fossero sparse sopra il Monte Fukushima.
Lei - Lei intende il monte Fujiyama, immagino... Quindi le sue ceneri verranno trasferite in Giappone?
Lui - E qui arrivo al terzo e ultimo scoop... Lei - Ah, perché non è finita...?
Lui – Je vous conseille de boucler votre ceinture de sécurité pour ne pas sauter au plafond, parce que c’est du lourd… Du super lourd... Elle – Quoi encore?
Lui – Elle est à bord de cet avion !
Elle – Qui ?
Lui – Mireille Mathieu !
Elle – Je croyais qu’elle était morte ! Faut que j’arrête le Xanax, moi… Lui – Ses cendres !
Elle – Non... ?
Lui – C’est sûrement aussi pour empêcher ses fans français de s’opposer à ce transfert que son impresario a décidé de garder le secret jusqu’à l’arrivée de l’urne au Japon.
Elle – L’urne ? Quelle urne ?
Lui – Non mais vous le faites exprès ou quoi ? L’urne contenant les cendres de Mireille Mathieu !
Si son Fan Club avait su qu’on allait transférer ses cendres au Japon, il y aurait sûrement eu des débordements !
J’imagine déjà les plus enragés, couchés en travers sur la piste pour empêcher l’avion de décoller... Elle – Je vois... Comme ces trains qui transportent des déchets nucléaires, et qui sont bloqués par les écolos… Lui – Mireille Mathieu, ça fait quand même partie du patrimoine national ! C’est un monument historique ! En ruine, peut-être, mais un monument historique !
Elle – Bien sûr… Lui – En revanche, vous imaginez les scènes d’hystérie collective à l’aéroport de Tokyo si les Japonais savaient qu’elle était à bord de cet avion ?
Elle – Vous n’êtes pas en train de vous foutre de moi ?
Lui – Ses cendres sont dans la soute de cet appareil, je vous dis ! Juste là, sous nos pieds !
Elle – Sous nos pieds…?
Lui – Sur la tête de ma femme !
Elle – Parce que le corps de votre femme est aussi dans la soute ?
Lui – Mais non... Je veux dire, je vous le jure sur la tête de ma femme !
Elle – Et comment vous avez appris qu’elle était à bord de cet avion ?
Lui – Ça en revanche, c’est tout à fait par hasard.
J’ignorais complètement qu’elle prenait le même avion que moi. Mais quand j’ai enregistré mes bagages, j’ai reconnu son impresario juste devant moi.
Et surtout, j’ai reconnu le paquet !
Elle – Le paquet ?
Lui – L’urne ! Je l’ai emballée moi-même.
Vous pensez bien que c’est assez fragile. Et pas question de prendre ça en bagage accompagné… Elle – Ils vont la faire tourner sur le tapis roulant à l’arrivée comme une vulgaire valise ?
Lui – Elle a beau voyager incognito, je pense qu’ils prennent des dispositions spéciales... Elle – Je vois… Comme quand on transporte un organe à transplanter d’urgence, par exemple, dans une petite glacière. Un cœur ou un rein… Lui – Oui, enfin, là, c’est des cendres… C’est pas des tranches de foie ou des steaks hachés surgelés… Elle semble digérer peu à peu toute la portée de ces informations.
Elle – Ah, oui, c’est un sacré scoop, en effet.
Lui – C’est sûr que pour le premier numéro de votre magazine au Japon, ça cartonnerait… 130 millions d’habitants, vous vous rendez compte ? Deux fois plus qu’en France… Elle – Ce serait un numéro collector, c’est sûr.
Un truc qui n’arrive qu’une fois dans la vie d’un magazine.
Alors sortir un scoop pareil dès le premier numéro de Sensationnelle au Japon… Lui – Malheureusement, pas de téléphone, pas de scoop… Vous n’avez aucun moyen de transmettre l’info à votre rédaction… Pas avant notre arrivée à Tokyo, dans une dizaine d’heures… Elle – À ce moment-là, le magazine sera déjà imprimé. Ils sont en plein bouclage à l’heure qu’il est.
C’est maintenant qu’il faudrait que je puisse les joindre… Dans dix heures, il sera trop tard !
Lui – Et puis dans une dizaine d’heures, ce ne sera probablement plus un scoop… Elle – Vous croyez…?
Lui – Vous pensez bien qu’on ne peut quand même pas garder un truc comme ça secret pendant très longtemps… Elle semble complètement déprimée.
Elle – Il doit bien y avoir un moyen… Lui – En même temps, si je vous ai dit ça, c’est parce que j’étais sûr que ça ne sortirait pas d’ici… Je vous l’ai dit, je suis lié par le secret professionnel. Je risque mon boulot, moi… Elle – Mmm… Lui (se levant) – Bon, vous m’excuserez, mais il faut que je passe aux toilettes.
Elle (ailleurs) – Hun, hun… Lui (désignant le fond de la salle) – Je vais aller à celles qui sont au fond là-bas, comme ça je pourrais voir au passage à quoi ça ressemble la deuxième classe… Il se lève.
Elle – Douze heures sans pouvoir communiquer avec ma rédaction... Dites-moi que ce n’est pas vrai... Lui – Remarquez, au théâtre non plus, on n’a pas le droit de téléphoner. Et parfois ça dure aussi pendant des heures… Il traverse la salle en observant au passage les rangées de spectateurs avec un air curieux et un peu narquois.
Lui – Tout le monde a réussi à s’asseoir, finalement… (À un spectateur) Ça va, vous n’êtes pas trop serrés ?
(À un autre) Ne vous dérangez pas, je ne fais que passer.
Je vais aux toilettes.
(À un troisième) Vous avez le droit de les utiliser, vous, ou bien…?
(À un quatrième) J’espère que vous avez pris vos précautions avant d’embarquer… (À un cinquième) Ah, il faudra penser à rattacher votre ceinture, vous. Non, non, pas la ceinture de sécurité, votre ceinture quoi… (À un sixième) Ah, vous c’est la braguette… Il sort.
Elle (avec une tête de folle) – Mireille Mathieu… Mais c’est dément ! (Elle avale un autre cachet) Je crois que ce n’était pas le bon jour pour arrêter les antidépresseurs… Noir.
unit 1
ACTE 1 Elle et lui sont assis côte à côte dans un avion en classe affaires.
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Elle, genre businesswoman, somnole, des écouteurs à l’oreille.
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unit 5
Lui, plutôt beauf, est bien réveillé et sirote une coupe de champagne.
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unit 6
Lui – Vous savez à quelle altitude on est, là ?
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unit 7
Elle ôte ses écouteurs, un peu surprise.
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unit 8
Elle – Euh… Non… Et je ne suis pas sûre de vouloir le savoir.
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unit 9
Lui – Le pilote vient juste de le dire !
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unit 11
Elle – Je dirais...huit mille.
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unit 12
Lui – Dix mille mètres !
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unit 13
Vous vous rendez compte ?
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unit 14
Dix kilomètres !
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unit 15
Elle – Oui, j’avais compris… Dix mille mètres….
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unit 16
Lui – La distance entre le centre de Paris et Gennevilliers, mais à la verticale !
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unit 17
Elle – Vous habitez Gennevilliers… Lui – Comment vous savez ça ?
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unit 20
Elle – Pour un baptême de l’air, vous avez touché le gros lot.
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C’est juste aux antipodes.
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unit 25
Lui – Vous savez comment c’est, vous, là-bas ?
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Elle – Au Japon ?
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unit 27
Lui – En deuxième classe !
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unit 28
Elle – Ah !
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Euh… Lui – J’imagine qu’eux, ils n’ont pas droit au champagne.
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unit 30
unit 32
Douze heures à rester assis comme ça sans rien boire !
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unit 33
Elle – Assis ?
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Vous rigolez !
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Et ils s’assoient à tour de rôle… Lui – Non ?
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unit 38
Un temps pendant lequel elle le regarde, étonnée par sa crédulité.
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Les sièges sont peut-être un peu moins larges, et encore.
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unit 41
Et le champagne est en supplément, c’est tout.
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unit 42
Lui – Mais alors pourquoi vous voyagez en première classe, vous ?
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Elle – Pourquoi ?
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unit 44
Lui – Vous n’avez même pas pris de champagne !
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unit 45
Elle – C’est vrai, c’est idiot.
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unit 48
Lui – Vous avez vu le film ?
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unit 50
Lui – Alors vous allez à Tokyo, vous aussi ?
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unit 51
Elle – C’est un vol sans escale, je crois que tout le monde y va, non ?
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Ou, je ne sais pas moi, le RER ?
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Lui – Ah, oui, quand même !
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Le RER, je le prends tous les matins.
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À Gennevilliers, justement.
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Pour aller au boulot.
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Elle – Et… où est-ce que vous vouliez en venir avec le Titanic ?
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À part finir de me rassurer, bien sûr.
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Lui – Vous vous souvenez, sur le Titanic, lui, il voyageait en troisième classe !
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Et elle en première !
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Et visiblement, à l’époque, il y avait une sacrée différence de standing !
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D’après ce qu’on voit dans le film en tout cas.
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Elle – C’est sûrement pour ça qu’ils ont supprimé la troisième classe dans les avions.
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Et la deuxième classe dans le métro !
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Lui – Di Caprio !
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C’est en jouant aux cartes qu’il gagne son billet pour l’Amérique !
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Elle – Le prolétaire arriviste et la milliardaire dépressive.
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Lui – Ah, oui ?
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Leur histoire d’amour se termine mal ?
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Lui – Ça fait deux heures qu’on est partis.
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On ne va pas tarder à survoler la Sibérie, non ?
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Allez savoir, c’est peut-être la dernière fois qu’on en boit… Elle – Non, merci.
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Lui – Ce n’est pas trop tard, vous savez ?
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prête à accéder gratuitement à tous mes désirs, juste en appuyant sur un bouton.
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J’avoue que je suis assez tenté.
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Elle – Désolée, mais je ne peux vraiment pas vous accompagner.
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Il faut que j’aie les idées claires en arrivant à Tokyo.
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À Tokyo, c’est dix heures de plus ou dix heures de moins ?
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Elle – De plus.
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Lui – Donc c’est comme si on perdait dix heures de notre vie !
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C’est dingue, si on y pense !
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Dans la Quatrième Dimension !
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Elle – La Quatrième Dimension… ?
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Lui – Cette vieille série américaine, vous savez ?
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En noir et blanc… Il fredonne la musique de la Quatrième Dimension.
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Lui – Oui.
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Elle – Qu’est-ce que vous avez fait de votre femme ?
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Elle voyage debout en deuxième classe ?
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Ou elle a déjà disparu dans la Quatrième Dimension ?
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Lui – Ma femme est décédée.
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Lui – On ne sait pas exactement.
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C’était un vendredi soir.
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Ses collègues ne se sont rendu compte de rien.
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J’y vais deux fois par mois.
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Je ne me suis pas inquiété non plus.
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Quand on l’a retrouvée le lundi matin, elle était dure comme de la pierre.
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Notre congélateur n’aurait pas été assez grand.
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Je suis un peu du métier, mais bon.
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Lui – Et puis je me suis dit que ce n’était pas forcément un service à lui rendre.
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Vous avez vu Hibernatus ?
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Elle – Ah, oui, ce film... avec Louis De Funès ?
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Lui – Et c’est comme ça que je me suis retrouvé en première classe.
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Elle – Comme ça ?
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Lui – Ben, du coup je partais tout seul, forcément.
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Elle – Vous ne me faites pas marcher, au moins ?
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Comme moi tout à l’heure avec la deuxième classe ?
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Vous croyez que la mort de chacun a un sens ?
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Je veux dire… par rapport à la façon dont il a vécu ?
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Alors pourquoi faire semblant, hein ?
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Elle – La vie continue.
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Lui – Et puis ce baptême de l’air, ça me change un peu les idées.
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Lui – Oui.
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Elle – Et… c’était quoi, ce concours ?
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Lui – Oh, une case à cocher dans un magazine.
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Il fallait juste renvoyer le coupon de participation au tirage au sort.
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Et il a fallu que ça tombe sur elle… Elle – Un magazine, vous dites ?
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Lui – Un magazine à sensation, oui.
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Elle – Quel magazine ?
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Il lui montre la couverture du magazine posé par terre à ses pieds.
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Lui – Tenez, celui que vous lisez, justement !
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Enfin, mon journal… Lui – Votre journal…?
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Elle – Sensationnelle… C’est moi la rédactrice en chef… Lui – Non ?
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C’est incroyable !
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Sensationnelle, c’est vous ?
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Mais c’est… sensationnel.
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En deuxième classe !
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Au lieu de ça, je suis assis là à côté de vous en première !
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Puisque vous n’êtes pas en vacances !
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Elle – Sensationnelle va créer une édition japonaise du magazine.
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Je vais à Tokyo pour le lancement du premier numéro.
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C’est très important pour nous.
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On a beaucoup misé sur ce projet.
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Elle – Oui, c’est à peu près la ligne éditoriale de notre magazine, en effet.
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Lui – Remarquez, on fait un peu le même métier, tous les deux… Elle – Ah, oui ?
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Vous vous occupez aussi de la beauté des femmes et des potins du monde ?
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Qu’est-ce que vous faites ?
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Vous êtes coiffeur ?
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Lui – Je suis thanatopracteur.
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Elle – Tiens donc… Lui – Ça c’est pour la beauté des femmes.
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Enfin, souvent, il s’agit surtout de leur redonner figure humaine...
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Comme les médecins, les curés ou les prostituées.
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Vous croyez au destin ?
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Hôtesse – Mesdames et messieurs, bonjour.
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Le commandant de bord et moi-même, vous souhaitons un agréable voyage en notre compagnie.
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Nous vous prions de nous excuser pour ce léger désagrément.
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Elle – Quelque chose de sensationnel… ?
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Lui – Un scoop, comme on dit dans votre métier.
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Lui – Qui vous dit qu’il n’y en a pas ?
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Elle – Mireille Mathieu ?
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Lui – Mireille Mathieu.
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Elle – C’est ça, votre scoop ?
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Lui – Mireille Mathieu !
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Elle – Elle ne chante plus depuis au moins trente ans.
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Lui – En France, oui.
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Elle – Ben oui, en France.
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Lui – Elle a quand même chanté Place de la Concorde le jour de l’élection de Sarkozy.
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Les plus jeunes se demanderont qui est mort, et les plus vieux se diront :.
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« Ah bon, je croyais qu’elle était déjà morte ».
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Lui – Attendez, vous savez ce que représente Mireille Mathieu au Japon ?
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Elle – Quoi ?
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Lui – C’est tout simplement la célébrité française la plus connue des Japonais.
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Ils lui vouent un véritable culte.
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Elle réfléchit et semble prendre conscience de l’importance de la nouvelle.
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Lui – Mireille Mathieu !
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C’est la seule chose que la France a réussi à exporter au Japon !
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Lui – Un scoop planétaire, vous voulez dire.
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Parce qu’elle est aussi très populaire en Russie.
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Même en Sibérie !
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Elle – Et vous êtes sûr qu’elle est morte ?
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Lui – J’ai fait sa toilette moi-même, avant de l’incinérer.
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Croyez-moi, je suis bien placé pour savoir qu’elle est vraiment morte.
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Elle – Et pourquoi est-ce qu’on cacherait son décès, alors ?
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Lui – Quelques heures seulement.
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C’est très courant, vous savez.
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Le temps que la famille puisse faire son deuil tranquillement.
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Et organiser les obsèques en évitant les débordements.
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Savoir si on l’enterre au Panthéon ou… Elle – Ou… ?
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Lui – Ça, c’est le deuxième scoop.
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Lui – Justement non.
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Lui – Elle est à bord de cet avion !
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Elle – Qui ?
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Lui – Mireille Mathieu !
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Elle – Je croyais qu’elle était morte !
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Faut que j’arrête le Xanax, moi… Lui – Ses cendres !
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Elle – Non... ?
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Elle – L’urne ?
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Quelle urne ?
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Lui – Non mais vous le faites exprès ou quoi ?
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L’urne contenant les cendres de Mireille Mathieu !
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C’est un monument historique !
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En ruine, peut-être, mais un monument historique !
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Elle – Vous n’êtes pas en train de vous foutre de moi ?
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Lui – Ses cendres sont dans la soute de cet appareil, je vous dis !
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Juste là, sous nos pieds !
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Elle – Sous nos pieds…?
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Lui – Sur la tête de ma femme !
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Elle – Parce que le corps de votre femme est aussi dans la soute ?
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Lui – Ça en revanche, c’est tout à fait par hasard.
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J’ignorais complètement qu’elle prenait le même avion que moi.
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Et surtout, j’ai reconnu le paquet !
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Elle – Le paquet ?
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Lui – L’urne !
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Je l’ai emballée moi-même.
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Vous pensez bien que c’est assez fragile.
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Elle – Ah, oui, c’est un sacré scoop, en effet.
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Un truc qui n’arrive qu’une fois dans la vie d’un magazine.
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Ils sont en plein bouclage à l’heure qu’il est.
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(À un autre) Ne vous dérangez pas, je ne fais que passer.
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Je vais aux toilettes.
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(À un troisième) Vous avez le droit de les utiliser, vous, ou bien…?
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ACTE 1
Elle et lui sont assis côte à côte dans un avion en classe affaires.
On ne recherchera pas forcément le réalisme dans le décor, en assumant pleinement la convention théâtrale.
Le rideau séparant la salle de la scène figure celui qui sépare la classe affaires de la classe tourisme.
Elle, genre businesswoman, somnole, des écouteurs à l’oreille. Lui, plutôt beauf, est bien réveillé et sirote une coupe de champagne.
Lui – Vous savez à quelle altitude on est, là ?
Elle ôte ses écouteurs, un peu surprise.
Elle – Euh… Non… Et je ne suis pas sûre de vouloir le savoir.
Lui – Le pilote vient juste de le dire !
Elle (surprise) – Désolée, je n’ai pas écouté… J’essayais de dormir un peu…
Lui – À votre avis ?
Elle – Je dirais...huit mille.
Lui – Dix mille mètres ! Vous vous rendez compte ? Dix kilomètres !
Elle – Oui, j’avais compris… Dix mille mètres….
Lui – La distance entre le centre de Paris et Gennevilliers, mais à la verticale !
Elle – Vous habitez Gennevilliers…
Lui – Comment vous savez ça ?
Elle – Une intuition…
Lui – Vous allez rire, mais c’est la première fois que je prends l’avion.
Elle – Hun, hun…
Lui – J’ai gagné un concours… Un voyage pour deux personnes à Tokyo !
Elle – Pour un baptême de l’air, vous avez touché le gros lot. C’est juste aux antipodes.
J’espère que vous n’avez pas d’appréhension en avion, comme moi…
Lui – Bon, je n’ai rien fait d’extraordinaire. C’était un tirage au sort…
Elle – Ah, oui…
Lui – En première classe, vous vous rendez compte ?
Du coup, je ne sais même pas à quoi ça ressemble en deuxième classe…
Elle – Eh, oui…
Il fait un geste du menton en direction de la salle.
Lui – Vous savez comment c’est, vous, là-bas ?
Elle – Au Japon ?
Lui – En deuxième classe !
Elle – Ah ! Euh…
Lui – J’imagine qu’eux, ils n’ont pas droit au champagne.
Elle – Certainement pas, non… Et on ne leur donne sûrement pas d’eau non plus…
Lui – Mince ! Et comme on nous prend tout ce qui est liquide avant d’embarquer au cas où ce serait des explosifs…
Vous vous rendez compte ? Douze heures à rester assis comme ça sans rien boire !
Elle – Assis ? Vous rigolez ! Ils n’ont pas assez de sièges pour s’asseoir tous en même temps, là-dedans…
Non, la plupart voyagent debout, comme dans le métro…
Agrippés à la barre pour les plus chanceux. Et ils s’assoient à tour de rôle…
Lui – Non ?
Elle – C’est pour ça que les hôtesses les laissent dans le noir derrière le rideau… Pour nous épargner ce spectacle affligeant…
Mais on devine qu’ils sont là, malgré tout…
Tout à l’heure, je crois avoir entendu un bébé pleurer… De soif, sans doute…
Lui – Mais c’est épouvantable !
Un temps pendant lequel elle le regarde, étonnée par sa crédulité.
Elle – Non, mais je plaisante, là…
Lui – Ah, d’accord…
Elle – La classe tourisme, ce n’est pas si différent que ça de la classe affaires, vous savez.
Les sièges sont peut-être un peu moins larges, et encore.
Et le champagne est en supplément, c’est tout.
Lui – Mais alors pourquoi vous voyagez en première classe, vous ?
Elle – Pourquoi ?
Lui – Vous n’avez même pas pris de champagne !
Elle – C’est vrai, c’est idiot.
Disons qu’habituellement, en première classe, comme vous dites, on est un peu plus tranquille…
Lui – Vous voulez dire qu’habituellement, on n’y croise pas des gens comme moi…
Elle – Désolée, ce n’est pas ce que j’ai voulu dire... C’est mon assistante qui s’occupe de mes billets d’avion.
J’imagine qu’elle n’a jamais eu l’idée de me prendre une place en deuxième classe, pour changer un peu…
Lui – Non, non, c’est moi… Je ne sais pas pourquoi… J’imaginais que c’était comme sur le Titanic…
Elle – Le Titanic ?
Lui – Vous avez vu le film ?
Elle – Oui, comme tout le monde… Disons que j’évite de trop y repenser quand je prends l’avion pour aller à Tokyo.
Lui – Alors vous allez à Tokyo, vous aussi ?
Elle – C’est un vol sans escale, je crois que tout le monde y va, non ?
À moins qu’une partie de l’avion aille directement à Bangkok ou à Singapour… La classe tourisme, peut-être…
Lui – C’est vrai, je suis bête… On n’est pas dans le TGV, où des fois il y a une partie du train qui…
Remarquez, je dis ça, je n’en sais rien, je n’ai jamais pris le TGV non plus…
Elle – Vous n’êtes pas un grand voyageur, si je comprends bien...
Mais vous avez déjà pris un train normal, quand même ? Ou, je ne sais pas moi, le RER ?
Lui – Ah, oui, quand même ! Le RER, je le prends tous les matins.
À Gennevilliers, justement. Pour aller au boulot.
Elle – Et… où est-ce que vous vouliez en venir avec le Titanic ? À part finir de me rassurer, bien sûr.
Lui – Vous vous souvenez, sur le Titanic, lui, il voyageait en troisième classe ! Et elle en première !
Et visiblement, à l’époque, il y avait une sacrée différence de standing !
D’après ce qu’on voit dans le film en tout cas.
Elle – C’est sûrement pour ça qu’ils ont supprimé la troisième classe dans les avions. Et la deuxième classe dans le métro !
Lui – La démocratisation des transports…
Elle – On pourrait presque dire la fin de la lutte des classes.
Lui – C’est marrant, maintenant que j’y pense, lui aussi il avait gagné son billet au jeu…
Elle – Lui ?
Lui – Di Caprio ! C’est en jouant aux cartes qu’il gagne son billet pour l’Amérique !
Et c’est comme ça que sur le bateau, il rencontre Kate Winslet, juste au moment où elle allait se suicider !
Elle – Le prolétaire arriviste et la milliardaire dépressive.
Une autre façon de mettre fin à la lutte des classes…
Lui – Le début d’une grande histoire d’amour, en tout cas…
Elle – Grande… qui se termine plutôt mal, quand même.
Lui – Ah, oui ? Leur histoire d’amour se termine mal ?
Elle – On a beau ne pas se souvenir de tous les détails du film…
Une histoire d’amour qui commence sur le Titanic peut difficilement se terminer bien, si…?
Lui – Ça fait deux heures qu’on est partis.
On ne va pas tarder à survoler la Sibérie, non ?
Elle – Mmm…
Lui – Dix kilomètres à la verticale... Vous avez bien écouté, les consignes de sécurité, tout à l’heure ?
Je ne suis pas sûr d’avoir tout compris…
Elle – De toute façon, en cas de chute en piqué sur la Sibérie, vous savez…
Je ne sais pas si c’est en se mettant une bouée autour de la taille qu’on s’en sortirait…
Lui – Vous êtes sûre que vous ne voulez pas de champagne ?
Allez savoir, c’est peut-être la dernière fois qu’on en boit…
Elle – Non, merci.
Lui – Ce n’est pas trop tard, vous savez ?
Je crois qu’en appuyant sur ce bouton, là, on peut faire venir l’hôtesse de l’air…
Elle – J’ai pris un petit relaxant avant d’embarquer.
Je préfère autant ne pas faire de mélange…
Lui – C’est bien la première fois que je pourrais faire apparaître une jolie femme devant moi,.
prête à accéder gratuitement à tous mes désirs, juste en appuyant sur un bouton. J’avoue que je suis assez tenté. Je suis peut-être déjà au paradis…
Elle – Les temps changent, vous savez…
Maintenant qu’il y a aussi des femmes comme passagères en classe affaires.
Et parfois, c’est un steward qui vient lorsque vous appuyez sur le bouton…
Lui – Tant qu’il nous apporte du champagne.
Elle – Désolée, mais je ne peux vraiment pas vous accompagner.
Il faut que j’aie les idées claires en arrivant à Tokyo. Et avec le Xanax en plus du décalage horaire, ce n’est déjà pas gagné…
Lui – Ah, oui, le décalage horaire ! Ça aussi, c’est nouveau pour moi…
Le plus loin que j’étais allé jusqu’ici, c’est à La Bourboule, en voyage de noces, alors évidemment… Je ne me souviens plus.
À Tokyo, c’est dix heures de plus ou dix heures de moins ?
Elle – De plus.
Lui – Donc c’est comme si on perdait dix heures de notre vie ! C’est dingue, si on y pense !
Elle – Euh, oui…
Lui – Mais alors où est-ce qu’on les passe, ces dix heures ? Dans la Quatrième Dimension !
Elle – La Quatrième Dimension… ?
Lui – Cette vieille série américaine, vous savez ? En noir et blanc…
Il fredonne la musique de la Quatrième Dimension.
Lui – Tin lin lin lin, tin lin lin lin, tin lin lin lin…
Elle commence à être un peu inquiète.
Elle – Oui, oui, je vois…
Lui – Bon, eh bien il y a un épisode qui se passe dans un avion…
Elle – Après le Titanic, la Quatrième Dimension…
Vous avez vraiment décidé de me faire flipper…
Lui – Pardon… Je ne vous raconterai pas ce qui se passait dans cet épisode, c’est promis…
Mais je peux vous dire que c’était très flippant, en effet…
Elle – Mais dites-moi, vous m’avez bien dit que vous aviez gagné un voyage à Tokyo pour deux personnes ?
Lui – Oui.
Elle – Qu’est-ce que vous avez fait de votre femme ? Elle voyage debout en deuxième classe ? Ou elle a déjà disparu dans la Quatrième Dimension ?
Lui – Ma femme est décédée.
Elle – Je suis vraiment dessalée… Je veux dire désolée…
Lui – En fait, c’était ma femme qui s’était inscrite à ce concours…
Elle est morte juste après la proclamation des résultats…
Elle – L’émotion, sans doute…?
Lui – On ne sait pas exactement.
Elle – Vous n’êtes pas obligé de me raconter…
Lui – Elle était magasinière chez un grossiste en surgelés…
Quand on l’a appelée sur son portable pour lui dire qu’elle avait gagné, elle était en train de ranger des palettes de steaks hachés dans la chambre froide.
C’était un vendredi soir. Ses collègues ne se sont rendu compte de rien. Elle a dû avoir un malaise...
Elle – C’est épouvantable…
Lui – Moi j’étais parti chez ma mère à Clermont-Ferrand.
J’y vais deux fois par mois. Je ne me suis pas inquiété non plus. Quand on l’a retrouvée le lundi matin, elle était dure comme de la pierre.
Toujours avec son portable à la main…
J’ai même envisagé de la conserver comme ça en attendant qu’on puisse la ranimer un jour.
Elle – Quand la médecine aurait fait des progrès…
Lui – Mais… ma femme était de corpulence assez forte.
Notre congélateur n’aurait pas été assez grand.
Et puis il aurait quand même fallu faire quelques démarches administratives pour que je puisse la garder comme ça chez nous.
Je suis un peu du métier, mais bon.
Je n’aime pas trop ramener du travail à la maison…
Elle – Vous travaillez dans l’électroménager ?
Lui – Et puis je me suis dit que ce n’était pas forcément un service à lui rendre. Vous avez vu Hibernatus ?
Elle – Ah, oui, ce film... avec Louis De Funès ?
Lui – Vous imaginez que notre avion s’écrase dans le nord de la Sibérie, qu’on soit pris dans la glace, et qu’on nous décongèle dans deux ou trois cents ans ?
Elle – Pas bien, non… Je crois que je vais prendre un autre Xanax…
Passablement flippée, elle avale un cachet.
Lui – Et c’est comme ça que je me suis retrouvé en première classe.
Elle – Comme ça ?
Lui – Ben, du coup je partais tout seul, forcément.
Vous pensez bien qu’en si peu de temps, trouver quelqu’un pour remplacer ma femme...
Alors au lieu de deux billets de seconde, ils m’ont proposé un billet de première.
Elle – Vous ne me faites pas marcher, au moins ? Comme moi tout à l’heure avec la deuxième classe ?
Lui – Je ne plaisanterais pas avec ça, croyez-moi… C’était quand même ma femme…
Elle – Excusez-moi, mais comme vous n’avez pas l’air très…
Lui – Très affecté…? Écoutez, je vais vous faire une confidence : ma femme et moi, on était déjà un peu en froid, depuis quelques années…
On ne peut pas dire que c’était quelqu’un de très… chaleureux.
C’est curieux que je dise ça vu qu’elle a fini congelée entre deux piles de steaks surgelés, non ? Vous croyez que la mort de chacun a un sens ? Je veux dire… par rapport à la façon dont il a vécu ?
Elle – Je ne sais pas…
Lui – Bref, je suis navré pour elle qu’elle soit morte, évidemment, mais… je ne peux pas dire que je suis effondré, je l’avoue.
Alors pourquoi faire semblant, hein ?
Elle – La vie continue.
Lui – Et puis ce baptême de l’air, ça me change un peu les idées.
Même si c’est vrai qu’au départ, c’est avec elle que je devais partir à Tokyo…
Elle – Surtout que c’est elle qui l’avait gagné, ce voyage.
Lui – Oui.
Elle – Et… c’était quoi, ce concours ?
Lui – Oh, une case à cocher dans un magazine.
Il fallait juste renvoyer le coupon de participation au tirage au sort.
Et il a fallu que ça tombe sur elle…
Elle – Un magazine, vous dites ?
Lui – Un magazine à sensation, oui.
Elle – Quel magazine ?
Il lui montre la couverture du magazine posé par terre à ses pieds.
Lui – Tenez, celui que vous lisez, justement !
Elle – Ah…
Lui – Ne me dites pas que vous aussi, vous avez gagné un voyage à Tokyo, et que votre mari a eu une crise cardiaque en l’apprenant !
Elle – Euh… Non…
Lui – Non, parce que là, on pourrait vraiment parler d’un signe du destin.
La preuve qu’on était faits pour se rencontrer…
Elle – En fait, c’est… C’est moi qui l’ai organisé, ce concours. Enfin, mon journal…
Lui – Votre journal…?
Elle – Sensationnelle… C’est moi la rédactrice en chef…
Lui – Non ? C’est incroyable ! Sensationnelle, c’est vous ? Mais c’est… sensationnel.
Elle – Je suis vraiment désolée pour votre femme… Du coup, je me sens un peu responsable…
Lui – C’est vrai que sans ce concours, c’est peut-être ma femme qui serait là assise à mes côtés. (Entreprenant) Au lieu de vous…
Elle (sur la défensive) – Oui, enfin… D’un autre côté, sans ce concours, vous n’auriez jamais pris cet avion pour Tokyo…
Lui – Vous avez raison…
Et même si ma femme n’était pas restée pétrifiée en apprenant qu’elle avait gagné, c’est derrière ce rideau qu’on serait assis tous les deux elle et moi.
En deuxième classe ! Au lieu de ça, je suis assis là à côté de vous en première !
Elle – Disons que c’est le destin, alors…
Lui – N’empêche, c’est un drôle de hasard, non ?
Elle – Drôle, je ne sais pas si c’est le mot, mais…
Lui – Et qu’est-ce que vous allez faire au Japon, alors ? Puisque vous n’êtes pas en vacances !
Elle – Sensationnelle va créer une édition japonaise du magazine. Je vais à Tokyo pour le lancement du premier numéro.
C’est très important pour nous. On a beaucoup misé sur ce projet. C’est aussi pour ça que je suis si nerveuse…
Lui (prenant le magazine en main) – Sensationnelle… Alors comme ça, vous vous occupez des potins du monde et de la beauté des femmes.
Elle – Oui, c’est à peu près la ligne éditoriale de notre magazine, en effet.
Lui – Remarquez, on fait un peu le même métier, tous les deux…
Elle – Ah, oui ? Vous vous occupez aussi de la beauté des femmes et des potins du monde ? Qu’est-ce que vous faites ? Vous êtes coiffeur ?
Lui – Entre autres, oui… Les femmes, je les manucure, je les maquille, je les coiffe… Mais seulement lorsqu’elles sont mortes…
Elle – Pardon ?
Lui – Je suis thanatopracteur.
Elle – Tiens donc…
Lui – Ça c’est pour la beauté des femmes.
Enfin, souvent, il s’agit surtout de leur redonner figure humaine...
Et pour ce qui est des potins du monde, eh bien croyez-moi, en cas de décès d’une célébrité, je suis souvent au courant avant la presse…
Elle – Intéressant…
Lui – Forcément, quand quelqu’un meurt, célèbre ou pas, après la police, c’est nous qui arrivons les premiers sur les lieux… On sait quand, où, comment, avec qui…
Elle – Ah, oui… Je n’avais jamais pensé à contacter des croque-morts comme informateurs pour un magazine people féminin, mais j’avoue que c’est tentant… Vous me laisserez votre carte…
Lui – Mais attention, on est tenus au secret professionnel !
Comme les médecins, les curés ou les prostituées.
Elle – Bien sûr… Mais vous savez qu’en tant que journalistes, nous avons le droit de ne pas divulguer nos sources.
Lui – C’est quand même incroyable qu’on soit assis l’un à côté de l’autre dans cet avion, non ? Vous croyez au destin ?
Elle – Le destin… C’est le nom que les gens superstitieux donnent au hasard, non ?
Lui – C’est beau, ce que vous dites… Ça ressemble à un proverbe japonais…
Elle – Oui… Il arrive que sous Xanax, j’en invente quelques-uns…
Lui – J’ai bien envie de téléphoner à ma mère pour lui dire à côté de qui je suis assis en ce moment.
C’est une lectrice très fidèle de Sensationnelle, vous savez…
Ça ne vous dérange pas de lui dire deux mots ? Sinon, elle ne va jamais me croire…
Elle lève les yeux au ciel mais ne répond pas. Il sort son portable et s’apprête à composer un numéro, mais il s’arrête, décontenancé.
Lui – Tiens, c’est bizarre... Je n’ai pas de réseau... Ah oui, c’est vrai, je suis bête... Dans les avions on ne peut pas téléphoner évidemment... Même en première classe...
Elle semble étonnée.
Elle – Maintenant, il y a le wifi dans les avions, vous savez... Surtout sur les vols long-courriers...
Il essaie de nouveau de se connecter.
Lui – Pourtant non, je vous assure...
Elle sort son propre téléphone et tente de se connecter.
Elle – Ah oui, vous avez raison... Je n’ai pas de réseau non plus... Pourtant, tout à l’heure, j’ai appelé ma rédaction, et ça marchait...
On entend un jingle et la voix suave d’une hôtesse de l’air se fait entendre dans les hauts parleurs.
Hôtesse – Mesdames et messieurs, bonjour.
Le commandant de bord et moi-même, vous souhaitons un agréable voyage en notre compagnie.
Nous tenons cependant à vous signaler qu’en raison d’une avarie sur notre service de communication mobile, les appels téléphoniques vers le sol seront impossibles pendant toute la durée de notre vol.
Nous vous prions de nous excuser pour ce léger désagrément. Tout l’équipage reste néanmoins à votre entière disposition pour vous permettre de survivre à cette épreuve dans les meilleures conditions...
Elle – Oh, non, ce n’est pas vrai...
Lui – Ce n’est pas si grave que ça... J’appellerai ma mère en arrivant...
Elle – Vous plaisantez ! Douze heures sans pouvoir passer un appel ou envoyer un SMS…
Lui – Remarquez, vous avez raison… Pour certains, c’est pire que douze heures sans manger et sans boire… Alors pour la rédactrice en chef d’un magazine à sensation…
Elle – Oui... C’est un cauchemar, en effet...
Un temps.
Lui – Alors en somme... si vous appreniez quelque chose de sensationnel, là, tout de suite, vous ne pourriez le dire à personne ?
Elle – Quelque chose de sensationnel… ?
Lui – Un scoop, comme on dit dans votre métier.
Elle – En même temps, je ne vois pas trop quel genre de scoop on pourrait apprendre dans un avion totalement coupé du monde.
Lui – Ah… Allez savoir…
Elle – À part si le pilote nous annonce qu’on vient de perdre un réacteur, et qu’on est sur le point de se crasher au milieu de la Sibérie, évidemment.
Lui (mystérieux) – Hun, hun…
Elle – Et encore, il faudrait qu’il y ait au moins une ou deux célébrités à bord pour que ça puisse intéresser les lecteurs et les lectrices de Sensationnelle.
Lui – Qui vous dit qu’il n’y en a pas ?
Elle – Vous m’intriguez…
Lui – Et si moi, je vous racontais quelque chose que personne ne sait encore…
Elle – Vous ?
Lui – Je vous l’ai dit… Il y a certaines choses qu’un croque-mort est parmi les premiers à savoir…
Elle – Dites toujours…
Lui – Vous me promettez qu’il n’y a aucun moyen pour vous de faire sortir ce scoop de cet avion tant qu’il ne s’est pas posé à Tokyo ?
Elle – Malheureusement… Même si c’est le scoop du siècle…
Lui – Croyez-moi, c’est du lourd… Quelque chose que les médias n’apprendront que dans une douzaine d’heures.
Elle – J’avoue que vous êtes parvenu à exciter ma curiosité… Je vous écoute…
Lui – Tenez-vous bien : Mireille Mathieu n’est plus de ce monde.
Elle – Mireille Mathieu ?
Lui – Mireille Mathieu.
Elle – C’est ça, votre scoop ?
Lui – Mireille Mathieu !
Elle – Elle ne chante plus depuis au moins trente ans.
Lui – En France, oui.
Elle – Ben oui, en France.
Lui – Elle a quand même chanté Place de la Concorde le jour de l’élection de Sarkozy.
Elle – La mort de Mireille Mathieu… Si on fait la couverture de Sensationnelle là-dessus, c’est sûr que nos lecteurs vont être très surpris.
Les plus jeunes se demanderont qui est mort, et les plus vieux se diront :. « Ah bon, je croyais qu’elle était déjà morte ».
Lui – Attendez, vous savez ce que représente Mireille Mathieu au Japon ?
Elle – Quoi ?
Lui – C’est tout simplement la célébrité française la plus connue des Japonais.
Ils lui vouent un véritable culte.
Mireille Mathieu, pour les Japonais, c’est comme, je ne sais pas moi... Kim Jong-il pour les Nord-Coréens.
Elle – Peut-être parce qu’elle lui ressemble un peu… C’est vrai qu’avec la mèche et les lunettes de soleil, elle lui ressemble un peu…
Lui – Vous ne vous rendez pas compte ! Lorsque les Japonais vont apprendre la disparition de Mireille Mathieu, ils vont décréter trois jours de deuil national !
Elle réfléchit et semble prendre conscience de l’importance de la nouvelle.
Elle – C’est vrai qu’elle est très populaire là-bas...
Beaucoup plus qu’en France, en tout cas.
Lui – Mireille Mathieu ! C’est la seule chose que la France a réussi à exporter au Japon !
Vous imaginez le scoop pour le lancement de la version japonaise de votre magazine Sensationnelle !
Elle – Vous avez raison… Ce serait un truc énorme… Un coup de pub extraordinaire… Et totalement gratuit… Un véritable scoop… Un scoop japonais, en tout cas.
Lui – Un scoop planétaire, vous voulez dire.
Parce qu’elle est aussi très populaire en Russie. Même en Sibérie !
Elle – Et vous êtes sûr qu’elle est morte ?
Lui – J’ai fait sa toilette moi-même, avant de l’incinérer.
Croyez-moi, je suis bien placé pour savoir qu’elle est vraiment morte.
Elle – Et pourquoi est-ce qu’on cacherait son décès, alors ?
Lui – Quelques heures seulement. C’est très courant, vous savez. Le temps que la famille puisse faire son deuil tranquillement.
Et organiser les obsèques en évitant les débordements. Savoir si on l’enterre au Panthéon ou…
Elle – Ou… ?
Lui – Ça, c’est le deuxième scoop.
Elle – Mireille Mathieu va être enterrée au Panthéon, à côté de Jean Moulin ?
Lui – Justement non. Pour remercier le public japonais de sa fidélité sans faille pendant toutes ces années, où le public français l’avait déjà enterrée, elle a expressément demandé dans son testament à ce que ses cendres soient dispersées au dessus du Mont Fukushima.
Elle – Vous voulez dire du Mont Fujiyama, j’imagine… Alors on va transférer ses cendres au Japon ?
Lui – Et c’est là que j’en arrive au troisième et dernier scoop…
Elle – Ah, parce que ce n’est pas fini… ?
Lui – Je vous conseille de boucler votre ceinture de sécurité pour ne pas sauter au plafond, parce que c’est du lourd… Du super lourd...
Elle – Quoi encore?
Lui – Elle est à bord de cet avion !
Elle – Qui ?
Lui – Mireille Mathieu !
Elle – Je croyais qu’elle était morte ! Faut que j’arrête le Xanax, moi…
Lui – Ses cendres !
Elle – Non... ?
Lui – C’est sûrement aussi pour empêcher ses fans français de s’opposer à ce transfert que son impresario a décidé de garder le secret jusqu’à l’arrivée de l’urne au Japon.
Elle – L’urne ? Quelle urne ?
Lui – Non mais vous le faites exprès ou quoi ? L’urne contenant les cendres de Mireille Mathieu !
Si son Fan Club avait su qu’on allait transférer ses cendres au Japon, il y aurait sûrement eu des débordements !
J’imagine déjà les plus enragés, couchés en travers sur la piste pour empêcher l’avion de décoller...
Elle – Je vois... Comme ces trains qui transportent des déchets nucléaires, et qui sont bloqués par les écolos…
Lui – Mireille Mathieu, ça fait quand même partie du patrimoine national ! C’est un monument historique ! En ruine, peut-être, mais un monument historique !
Elle – Bien sûr…
Lui – En revanche, vous imaginez les scènes d’hystérie collective à l’aéroport de Tokyo si les Japonais savaient qu’elle était à bord de cet avion ?
Elle – Vous n’êtes pas en train de vous foutre de moi ?
Lui – Ses cendres sont dans la soute de cet appareil, je vous dis ! Juste là, sous nos pieds !
Elle – Sous nos pieds…?
Lui – Sur la tête de ma femme !
Elle – Parce que le corps de votre femme est aussi dans la soute ?
Lui – Mais non... Je veux dire, je vous le jure sur la tête de ma femme !
Elle – Et comment vous avez appris qu’elle était à bord de cet avion ?
Lui – Ça en revanche, c’est tout à fait par hasard.
J’ignorais complètement qu’elle prenait le même avion que moi. Mais quand j’ai enregistré mes bagages, j’ai reconnu son impresario juste devant moi.
Et surtout, j’ai reconnu le paquet !
Elle – Le paquet ?
Lui – L’urne ! Je l’ai emballée moi-même.
Vous pensez bien que c’est assez fragile. Et pas question de prendre ça en bagage accompagné…
Elle – Ils vont la faire tourner sur le tapis roulant à l’arrivée comme une vulgaire valise ?
Lui – Elle a beau voyager incognito, je pense qu’ils prennent des dispositions spéciales...
Elle – Je vois… Comme quand on transporte un organe à transplanter d’urgence, par exemple, dans une petite glacière. Un cœur ou un rein…
Lui – Oui, enfin, là, c’est des cendres… C’est pas des tranches de foie ou des steaks hachés surgelés…
Elle semble digérer peu à peu toute la portée de ces informations.
Elle – Ah, oui, c’est un sacré scoop, en effet.
Lui – C’est sûr que pour le premier numéro de votre magazine au Japon, ça cartonnerait… 130 millions d’habitants, vous vous rendez compte ? Deux fois plus qu’en France…
Elle – Ce serait un numéro collector, c’est sûr.
Un truc qui n’arrive qu’une fois dans la vie d’un magazine.
Alors sortir un scoop pareil dès le premier numéro de Sensationnelle au Japon…
Lui – Malheureusement, pas de téléphone, pas de scoop… Vous n’avez aucun moyen de transmettre l’info à votre rédaction… Pas avant notre arrivée à Tokyo, dans une dizaine d’heures…
Elle – À ce moment-là, le magazine sera déjà imprimé. Ils sont en plein bouclage à l’heure qu’il est.
C’est maintenant qu’il faudrait que je puisse les joindre… Dans dix heures, il sera trop tard !
Lui – Et puis dans une dizaine d’heures, ce ne sera probablement plus un scoop…
Elle – Vous croyez…?
Lui – Vous pensez bien qu’on ne peut quand même pas garder un truc comme ça secret pendant très longtemps…
Elle semble complètement déprimée.
Elle – Il doit bien y avoir un moyen…
Lui – En même temps, si je vous ai dit ça, c’est parce que j’étais sûr que ça ne sortirait pas d’ici… Je vous l’ai dit, je suis lié par le secret professionnel. Je risque mon boulot, moi…
Elle – Mmm…
Lui (se levant) – Bon, vous m’excuserez, mais il faut que je passe aux toilettes.
Elle (ailleurs) – Hun, hun…
Lui (désignant le fond de la salle) – Je vais aller à celles qui sont au fond là-bas, comme ça je pourrais voir au passage à quoi ça ressemble la deuxième classe…
Il se lève.
Elle – Douze heures sans pouvoir communiquer avec ma rédaction... Dites-moi que ce n’est pas vrai...
Lui – Remarquez, au théâtre non plus, on n’a pas le droit de téléphoner. Et parfois ça dure aussi pendant des heures…
Il traverse la salle en observant au passage les rangées de spectateurs avec un air curieux et un peu narquois.
Lui – Tout le monde a réussi à s’asseoir, finalement…
(À un spectateur) Ça va, vous n’êtes pas trop serrés ?
(À un autre) Ne vous dérangez pas, je ne fais que passer.
Je vais aux toilettes.
(À un troisième) Vous avez le droit de les utiliser, vous, ou bien…?
(À un quatrième) J’espère que vous avez pris vos précautions avant d’embarquer… (À un cinquième) Ah, il faudra penser à rattacher votre ceinture, vous. Non, non, pas la ceinture de sécurité, votre ceinture quoi…
(À un sixième) Ah, vous c’est la braguette…
Il sort.
Elle (avec une tête de folle) – Mireille Mathieu… Mais c’est dément ! (Elle avale un autre cachet) Je crois que ce n’était pas le bon jour pour arrêter les antidépresseurs…
Noir.